Il XXVIII Congresso della nostra Associazione, in occasione del quale saranno celebrati i quarant’anni dalla fondazione, si svolgerà a Pisa nei giorni 27 – 30 novembre del 2013.
Intendiamo fornire di seguito qualche indicazione aggiuntiva sul tema già reso noto attraverso il titolo “Le forme del narrare: nel tempo e tra i generi”.
La tematica, certamente non nuova, è stata varie volte frequentata nella seconda metà del Novecento, dando luogo, nei diversi ambiti disciplinari (linguistico, letterario, culturale) a un vivace dibattito cui il XXVIII convegno degli Ispanisti italiani intende contribuire da una prospettiva critica ancora poco esplorata e comunque non esaurita nelle sue implicazioni e possibilità ermeneutiche, come si chiarisce nelle righe che seguono.
Sul versante letterario, in accordo al costante e fecondo esercizio di analisi del testo narrativo cui si è assistito negli ultimi decenni all’interno della dialettica tra eredità strutturaliste e istanze decostruzioniste, riteniamo necessario declinare quell’interesse alle diverse “stagioni” della letteratura in lingua spagnola di ogni tempo, addensando l’attenzione, però, attorno ad alcuni punti di flessione, incroci e sovrapposizioni che riteniamo fondamentali e che, certamente, hanno come matrice la specifica storia evolutiva dei generi e delle modalità narrative nella tradizione ispanica.
In particolare, segnaliamo quali oggetti e obiettivi di specifica attenzione quegli ambiti testuali (il teatro, il dialogo, la poesia lirica) in cui il narrare è funzionale pur trattandosi di generi letterari non diegetici e che tradizionalmente non prevedono una voce narrante.
In tale prospettiva, vale la pena richiamare, per la loro funzione orientativa, alcune coordinate teoriche essenziali:
a) Sulle interferenze fra teatro e romanzo come “tipi di enunciazione letteraria”, basti tener presente il classico saggio di Cesare Segre (1984). In relazione al testo teatrale, in cui la narrazione è assunta in un contesto che per tradizione è eminentemente mimetico, si ricorderanno poi le osservazioni di Brian Richardson (1988) il quale offre una vera e propria classificazione dei narratori in teatro (dagli internal narrators agli implied authors e all’historical author). Questo ambito di sconfinamento tra mimesi teatrale e narrazione è stato oggetto di suggestive analisi di Sanchis Sinisterra il quale ha segnalato, tanto nei suoi testi quanto nella sua produzione saggistica, le interferenze fra narratividad e dramaticidad, in virtù della loro comune genesi orale (Dramaturgia de los textos narrativos, 2003).
b) In relazione al testo poetico, non si può fare a meno di notare come esso presenti una gamma infinita di strategie narrative, commisurata alle molteplici forme in cui il soggetto e il discorso lirico si collocano nel tempo e nello spazio e in diversa relazione con la realtà: dalle strategie narrative che in ogni epoca elabora il romance – forse la più persistente cifra della letteratura ispanica –, fino alle sperimentazioni lirico-narrative della modernità, nello spazio, tanto caro alla contemporaneità, della eversione dei generi, tra una poesia che si avvicina alla prosa, e una prosa che tende ad essere eminentemente lirica.
La proposta di una riflessione su questi sconfinamenti di generi letterari, presenti in ogni epoca ma vera cifra della modernità postromantica, nasce dalla convinzione che oggi possediamo gli strumenti interpretativi e la consapevolezza metodologica per affrontarli e comprenderli in profondità, nella loro essenza artistica e nelle funzioni che svolgono.
Il nostro particolare interesse, dunque, va a quelle esperienze in cui le narrazioni, attraverso la mimesi dialogica e il verso poetico, appaiono in una sorta di nuova obliquità, producendo nuove prospettive e aprendosi a ribaltamenti semantici, ricontestualizzazioni, insoliti giochi di specchi e anamorfosi.
Pertanto, al fine di realizzare un ampio quanto specifico dibattito sul tema segnalato, il Direttivo propone all’attenzione dei relatori le seguenti linee tematiche:
-narrazione tra oralità e scrittura
-narrazione in teatro
-narrazione e poesia
-narrazione e dialogo
-narrazione e storia
-microstruttura e macrostruttura narrativa
-forme estese della narrazione – novela (in tutte le sue varietà), epos, crónica, relaciones, fictio storico-documentaria etc.– e forme brevi (exemplum, cuento, relato, novela corta, microrrelato)
-prosimetro e altre combinazioni formali
-narrazione di tradizione letteraria e narrazione di tradizione “naturale”
-sperimentazioni contemporanee della narrazione
-canone e anti-canone narrativo.
Sul versante linguistico, la linea tematica proposta si presta a diversi sviluppi e interpretazioni, anche nel segno di una forte trasversalità e convergenza tra gli strumenti metodologici propri dell’area letteraria e quelli linguistici.
Da una parte, infatti, l’analisi linguistica offre molteplici chiavi di lettura del testo letterario narrativo, sia per quanto riguarda le strutture linguistiche che contraddistinguono la “sequenza narrativa” (Adam 2001) specificamente detta (ad es. tempi verbali), sia rispetto alla commistione di tipologie e generi testuali, anche non letterari, che convergono nello stesso spazio discorsivo; fenomeno ancor più evidente nel caso di testi che si trovano al confine tra narrazione e altri generi letterari, o nelle esperienze di destrutturazione del testo narrativo tipicamente contemporanee. Emerge quindi l’importante contributo delle diverse teorie e metodologie linguistiche (analisi sintattica, lessicale, testuale, pragmatica, ecc.) allo studio della narrazione letteraria, anche nell’ambito delle “tradizioni discorsive”, che collocano un testo lungo l’arco diacronico (Kabatek, Koch…); apporto che il Convegno si propone di incrementare, soprattutto alla luce dei recenti sviluppi della teoria linguistica.
Sul versante della narrazione non letteraria, l’analisi linguistica è stata applicata con profitto ai “generi primari” del discorso (Bachtin 1979), come la narrazione orale, sempre più al centro dell’attenzione di numerose discipline, quali la psicologia, l’antropologia e la sociologia, oltre che alla sociolinguistica e all’analisi del discorso, fra altre aree di studio. Grazie anche a svariate suggestioni interdisciplinari, l’analisi linguistica ha messo a fuoco, ad esempio, la funzione identitaria dei procedimenti linguistici e discorsivi utilizzati nelle narrative orali, tra linguaggio, esperienza e storia (Orletti, De Fina…); ma anche i fenomeni di variazione e cambio, a tutti i livelli linguistici, che interessano l’oralità. Non meno significativa, del resto, l’attenzione dei linguisti per le diverse forme narrative non letterarie, che si manifestano in un’ampia gamma di generi testuali, specialistici o informali, spesso su supporti digitali (notizia, cronaca, reportage, forum, blog, tweet, ecc.).
Il Direttivo propone dunque all’attenzione dei relatori le seguenti linee tematiche:
-aspetti linguistici dei testi letterari narrativi
– fusione di tipologie e generi testuali nella narrazione
-narrazione orale e narrazione scritta
-temporalità, verbo e strutture linguistiche della sequenza narrativa
-aspetti linguistici della narrazione orale (fonetici, morfosintattici, lessicali, discorsivi)
-spazio e funzioni della narrazione nella comunicazione orale
-“narrative orali” e costruzioni identitarie
-aspetti linguistici della narrazione autobiografica
-narrazione e generi elettronici.